giovedì 8 gennaio 2009

Il giuoco del tennis

Dio dà, Dio toglie.
Ma non è proprio un dare e togliere, è più come un prendere e restituire in continuazione.
È come se uno giocasse a tennis con Dio.
Tu sei di lì nel tuo campo provando i tuoi rovesci migliori e di là lui con una fascia spugna anni '70 tipo Panatta per tenere i lunghi capelli grigi, respinge i tuoi colpi migliori.
Ti mette alla prova, ti fa correre, ti serve palle perfette per uno smash.
Ecco questa è la vita.
Tutto questo potrebbe essere vero se Dio esistesse, ma Dio non esiste.
Quindi sta di fatto che giochiamo a squash contro un muro.
Puoi fare tutti i tuoi colpi migliori ma tanto non puoi fare punti o battere il muro.
La fascia di spugna ce l'hai solo tu e sudi pure come Panatta.
Uno sbattimento inutile.
Sei in partita col caso.
Tutto questo potrebbe essere vero se Dio non esistesse, ma Dio esiste.
Solo che non ha tempo da perdere per giocare a tennis con tutti noi.
Poi lui non gioca sulla terra.
Ha le scarpe bianche.
Per ovviare che fa: lui prenota il campo e poi convoca della gente a caso e poi non si presenta.
Questi sono lì con la sacca e il campo pagato, e allora si mettono a giocare.
Così tu giochi la tua partita di tennis con tutte le persone del mondo.
Un rovescio al macellaio che ribatte lungolinea, un dritto potente all'avvocato (che è molto forte nella difesa) e così via tutti contro tutti.
Un colpo a testa o più.
Ecco la vita è una partita al giuoco del tennis.
Una partita infinita.
Tutto questo sarebbe vero se Dio esistesse ma le cose sono dubbie.

Per cui:
Se Dio esiste è un figo e ha un rovescio della Madonna (!!)
Se Dio non dovesse esistere, la vita e il tennis sono delle robe talmente belle e complicate che chi le ha inventate è un dio.

(verrò fulminato per questa?)

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